IL PESCE SPADA

Il pesce spada dello Stretto di Messina, oltre ad essere gustosissimo, porta con sé una tradizione incredibilmente antica legata a una tecnica di pesca molto particolare.
Degli esperti “osservatori” si collocavano in collina, con il compito di avvisare le barche dell’arrivo dei pesci. Una volta avvenuta la segnalazione a un pescatore esperto collocato su un lungo albero (l’antenna), quest’ultimo faceva partire i rematori.
A forza di vogate, la punta della barca, con una lunga passerella alla cui estremità era collocato il fiociniere, veniva avvicinata alla preda. Supportato dalle urla dell’uomo sulla coffa, il fiociniere individuava il pesce spada e lo colpiva.

Il pesce spada nostrano, qui anche conosciuto come il “Principe del mare”, ha una carne morbida e saporita, dal sapore delicato, che non richiede null’altro che olio e origano da distribuire sulla carne arrostita alla brace.

Alle sapienti preparazioni che da generazioni si tramandano intatte, si aggiungono i condimenti più recenti come qualche pomodoro appena rotto con le mani, qualche cappero e qualche oliva che danno vita alla ricetta “alla bagnarota”, dal nome del centro marinaro dove è molto praticato questo tipo di pesca.